mercoledì 17 dicembre 2008

Lettera aperta del Commissario Provinciale Vds Mauro Luzi ai Volontari del Soccorso Cri.


Ricevuta via email e volentieri si pubblica: Lettera aperta del Commissario Provinciale Vds Mauro Luzi rivolta ai Volontari del Soccorso:


Ascoli Piceno, lì 16 dicembre 2008.

Agli
Uomini e alle Donne
della Associazione di
Croce Rossa Italiana


Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

Voglio così, semplicemente, iniziare e concludere questo messaggio di auguri per le festività che si avvicinano, ma in realtà quello che voglio è poter cogliere l’occasione per tornare a parlare di Croce Rossa e del suo Ideale. Il problema sarà che non riuscirò ad essere sintetico, d'altronde come poter esserlo.

Riflessioni per il Nuovo Anno.

Mi sono trovato ultimamente a riflettere sul concetto dell’Advocacy che in italiano è tradotto in perorazione: “il perorare: parlare in favore di qualcuno”, o meglio quale sia la sua relazione con la dottrina di Croce Rossa.

Faccio questa riflessione perché oggi, dopo una breve esperienza democratica, ci troviamo nella condizione di dirci ancora una volta “Quale percorso per la Croce Rossa?”. Come in passato siamo tornati a parlare e a giudicare del nostro assetto amministrativo e governativo. Quale percorso? Credo, badate bene è solo una mia convinzione, che ve ne possa essere uno solo: quello indicato dai Principi fondamentali dell’Associazione Internazionale di Croce Rossa.

L’opera della Croce Rossa è nata, come sempre è stato detto, da un ideale, – del resto concepito qui, nella nostra terra d’Italia, sul campo di battaglia di Solferino e nella Chiesa maggiore di Castiglione delle Stiviere da Henry Dunant – un alto ideale del quale il Movimento continuerà ad ispirarsi sul suo cammino.

Da “Un ricordo di Solferino” le memorie di Henry Dunant vorrei citarvi un passo che per me può riassumere, oggi come allora, lo spirito attuale della dottrina di Croce Rossa - Benché ogni casa si fosse trasformata in una infermeria e malgrado che ogni famiglia avesse tanto da fare per curare gli ufficiali ospitati, sin dalla domenica mattina sono riuscito a riunire un certo numero di donne che fecero del loro meglio per soccorrere i feriti; non si trattava di amputazioni né di altre operazioni chirurgiche, ma bisognava assicurare il vitto e soprattutto soddisfare la sete di gente che moriva di stenti e di privazioni. - .

Ho la speranza, o meglio vorrei, che notaste che non esiste solo la procedura di assistenza medico chirurgica nel portare sollievo alla sofferenza dell’uomo ma anche l’attenzione ai bisogni, “soprattutto soddisfare la sete di gente che moriva di stenti e di privazioni”, e nel nostro tempo, riflettete, è sempre più una realtà. (Aprendo un parentesi vorrei proporvi un pensiero: nella nostra Italia per assurdo si muore più di lavoro normale, per la mancanza di coscienza civica, per come conduciamo le nostre vetture, per l’uso di sostanze stupefacenti, per violenze domestiche che di azioni di guerra. Magari educare e smuovere le coscienze di tutti sarà anche alleviare le sofferenze dell’uomo?)

Questo succedeva nel tempo drammatico di guerra, ma oggi come riuscire a parlare in favore di qualcuno nel nostro tempo dove esistono ancora, come allora, ostilità divisioni e guerre, nel nostro luogo, nella nostra provincia, nei nostri gruppi? Io proverei magari con il principio di UMANITA’ che è quello essenziale; il primo in maniera assoluta ed indica la direzione della Croce Rossa in ogni circostanza.
L’Umanità di Croce Rossa, che agisce in piena indipendenza (nessuno ha incaricato il volontario di soccorrere) Volontariamente (lontano da ogni idea di profitto personale), in perfetta neutralità (non va a cercare e non accusa coloro che sono responsabili) ed anche con uno slancio di imparzialità (non ci interessa, di sapere chi è e da dove viene il bisognoso), con Unità (l’impegno è uno solo, vi è solo un modo di rispettare l’uomo per la Croce Rossa), con un’azione Universale (in tutto il mondo per l’umanità).

Questo principio (Umanità) parla in modo determinato di alleviare la sofferenza umana, di proteggere la vita e la salute e far rispettare la persona umana. Si potrebbe dissertare per ore su questo principio; qualcuno come il Dr. Cornelio Sommaruga della C.R. internazionale si è limitato a dire che gli altri sei Principi fondamentali sono dei mezzi per mettere in opera questo servizio in favore della dignità dell’essere umano nella sua forma più vasta. Quale Presidente del CICR, Max Huber, soleva dire “Il principio essenziale e decisivo della Croce Rossa è l’idea della responsabilità dell’essere umano per la sofferenza.”.

Prendendo spunto dal principio di neutralità: Che cosa è neutralità per la Croce Rossa? Ci possiamo certo riportare ad una accezione negativa, quella di non prendere posizioni o parti in un conflitto, che sia armato, religioso, ideologico, politico, razziale, filosofico od altro. La formulazione, del principio stesso negli Statuti dell’Associazione ci dice il perché non lo possiamo fare: Neutralità è fare in modo di poter conservare la fiducia di tutti! Per parlare (agire) in favore di qualcuno.

Conservare la fiducia di tutti, di chi beneficia dell’atto di responsabilità verso la sofferenza dell’uomo, è l’azione che la Croce Rossa Italiana deve, oggi, tornare a svolgere. È l’impegno che dobbiamo avere, ognuno di noi. L’assunzione di responsabilità verso gli altri anche verso la stessa Associazione, questo deve essere il filo conduttore della nostra appartenenza.

Scegliere di appartenere alla Croce Rossa alla sua dottrina, quindi, prima di tutto è un’assunzione di responsabilità. È un atto dovuto, non mascherabile, non è un alibi per i propri bisogni.
Le motivazioni della scelta di aderire all’Associazione restano e resteranno comunque personali, certamente, ma l’ideale è quello della Croce Rossa, non è nostra prerogativa e quindi dobbiamo ammettere e dirci francamente che non tutti possono essere partecipi dell’azione di Croce Rossa. Sicuramente non potranno esserlo coloro i quali non accettano lo spirito di Croce Rossa manipolandolo ai loro bisogni. Essi avranno altre occasioni in posti e in tempi diversi per farsi onore, ma in questo momento (di nuovo) di verifica possono solo portare scompiglio e danno.

Diceva un antico personaggio che per essere saggi bisognava ammettere di non sapere (Seneca). Dobbiamo ammettere di non saper più parlare della dottrina di Croce Rossa, dobbiamo pretendere di rimettere al proprio posto l’ideale perché è la forza che ci distingue nella competizione moderna, una competizione vile, quella della mercificazione delle necessità dell’uomo.

Dobbiamo raccogliere con forza la sfida, questa sfida, perché non può più essere diversamente. Una sfida che parli di Croce Rossa, dei motivi per cui esiste in tutto il mondo; ogni iscritto deve, prima di essere socio attivo, saperne parlare, discutere sia della storia che dell’ideale, con franchezza e dignità. La Croce Rossa non è una vetrina per sfilare sui mezzi, è servizio umile per gli altri. Il principio di umanità, nella morale sociale, può essere semplicemente espresso con la frase: fate agli altri quello che vorreste che fosse fatto a voi. Un bellissimo esempio è quello del Buon Samaritano. Chi appartiene alla Croce Rossa in tutto il mondo, come il Samaritano è lo straniero che come terzo passa davanti al ferito abbandonato, al sofferente, alle persone in condizioni di disagio. Lo soccorre e lo porta al primo ostello, lasciando anche i soldi perché sia ben curato. Questa è l’umanità del soccorritore, che agisce.

Ora dobbiamo essere franchi con noi stessi, riconoscendo i nostri errori e portandoli giustamente a conoscenza della pubblica opinione, con spirito e tono di accusa a vasto raggio ed a lungo termine; l’importante sarà tener conto dell’effetto di questa «denuncia» circa la mancata capacità di autogoverno della C.R. Italiana, facendo in modo che non distrugga quanto (ed è molto) di buono abbiamo creato sul territorio, grazie al lavoro di tanti volontari che si sono impegnati nel microcosmo delle loro realtà. Mi riferisco, naturalmente, dell’ennesimo Commissariamento che si ripercuote indiscriminatamente sulla base.
Guai a fare denuncie semplicemente per crearsi un alibi, per darsi o dare all’Istituzione un profilo, dimenticando il vero scopo dell’Associazione.

Da questo dobbiamo ripartire “stringendoci a corte”; possiamo chiamarlo “cambiamento” ma quello che c’è da fare è tornare solo a lavorare con umiltà e spirito di servizio per l’Ideale che è fondamento della Croce Rossa, capirlo e praticarlo. Altrimenti non potremo mai essere uomini e donne di Croce Rossa e indossarne con orgoglio il simbolo.

Cordialmente.

Commissario per la Componente
Volontari del Soccorso
Provincia Ascoli Piceno

VdS Luzi Mauro
Lo Staff dell'Ispettorato Provinciale VdS si unisce agli Auguri del Commissario Provinciale.

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